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PPPP Poesie della Prima Permanenza Preadulta#3

 ciao, sei tu che mi canti come cantavi da fondo alla valle e venivano tutti o tu che mi urli come urlavi dal fondo del mare che sparavano i matti o tu che sorridi dal fondo di latta degli anni settanta dei ricordi distratti tu ora mi parli dal fondo di me che prova a imitare i tuoi geni e i tuoi gesti

PPPP - Poesie della Prima Permanenza Preadulta #2

 Esterno ASL periferia di triste città grande una signora s'incoda. "Chi è l'ultimo?" Tra quel nugolo di anziani non si sa. Chi sia l'ultimo. E la signora s'annega. Sguazza. Tra le geremiadi Della signora col cane. Del signore veterano, malato di professione. Della grassa signora prolissa che come parole ha grinfie di Scilla e tra le grinfie un giovane Odìsseo tra il suo mare d'ingenuo. MA POI ALL'IMPROVVISO L'AMORE il veterano accarezza il cane il cane scodinzola la signora con quello ci miagola lei è tanto carino, sa? anche lei. Ah, se solo fossi magra dice la signora prolissa le farei la corte Ma che cos'è il grasso se non accumulo di gioia? Scocca il giovane. Un bacio. Poi un altro. Un abbraccio. Il cane ora è legato al palo. Si pomicia di gusto. La reception è vuota L'impiegata preoccupata E' martedì son le nove e trentasette Esce fuori distratta. Urla: "Venite dentro!" "SUBITO" Interno ASL periferia dell'es

PPPP - Poesie della Prima Permanenza Preadulta #1

tu mi sorridi, rubinetto brillante come sei detartariato dal mio nuovo "Dual power discrostante" almeno tu. perché io ho dell'incrostume nelle orecchie dentro la bocca. tra gli occhi. sul naso che si chiama prima età adulta o adulterio dell'adolescenza ed è per questo che ora scrivo, oh pomello come quando non avevo paura di incrostarti e mi ripulisco almeno io.

#116

ognuno di noi è pancia molle. rosa forte. schiena a sedile di un tram a poggiare i piedi su realtà e linoleum da pelo incarnito. gocce di sudore il tempo.

#115

che ci fai di sperma. odore di gomma. e una serata in sudori. le fondamenta a palmi aperti e te le guardi di una vita insieme. da un paio d'ore

#114

i timidi a vent'anni. che protestano agli angoli. pugno chiuso metà faccia in ombra. spostano l'aria verso l'alto. e quanto può aggradare. essere spreco di fisica. qui bisogna urlare ché c'è spazio. che è tutto nostro.

#113

amore carta velina. ci vedi attraverso. lo stropicci poco. ma ogni piega è salto allucinante con prospettiva da granello di polvere. con chi è flebile flebile flebile. come carezze piano su guance rigate.