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Poesie in Posa #1


-Dove andrà a finire- si chiese un giorno un vecchio. Palesemente vecchio.
-Dove andrà a finire tutta quella musica che siamo abituati a canticchiare?-
-E' un problema serio-, si giustificò.
-Non ho idea di dove abbia messe le mie luride pantofole (quadrettate, meraviglia) e invece canticchio come non ci fosse uno ieri migliaia di ritornelli-.
-Ebbene, girano voci- gli rispose un bel librone -di carovane lunghe sei chilometri e larghe tre.
Tonnellate di corde, tastiere e ance vibrano e pizzicano labbra inferiori di musicisti che stuzzicano fogli sui quali son scritte ventate di note.
E la carovana, la carovana attraversa la città umana tra la notte e il silenzio di un violino-.
-E i passanti?- si chiarificò il vecchio col pelo bianco sulla tempia destra ritto.
-I passanti beh- e fu pausa ad effetto (si fa poesia qui, mica stronzate). Poi proseguì:
-Alcuni si stupiscono all'alba col suono del Jazz. Altri lamentano il clangore del Brutal.
Ma se ne sta certi che la carovana, la carovana va avanti veloce almeno quanto il tempo per non chiedere scusa.-
-E dunque- interruppe il vecchio -dov'è diretta la musica, infine?-
-Nessuna fine- precisò il bel librone -soltanto un'altra destinazione-.
-C'è chi si incastra nel buco del culo dei jingle, chi si ammassa tra mille ascensori, chi li vomita fuori a secchiate, e sgorgano in terra, dagli altoparlanti.
Giurano pure che qualche cantante, dopo pertugio, tubolare, stretto, sia stato accolto dal giallo conforto di una melma il cui nome fa schifo anche dire.-
-E allora per quale motivo continuano- lamentò il vecchio macchiato di thé.
-Non potrebbero, dal comma del titolo quinto del libro sette dal Codice Genesi, recidere il contratto ovvero la lingua ovvero le mani? Non potrebbero smettere di risuonare?-
-Se non mi sbaglio, da quel che io vedo- rispose il librone intingendo un biscotto
-Hai il pelo bianco, le rughe sul viso, le mani bucate e i piedi rigonfi-
-Giusto- compianse se stesso il decrepito.
-E allora perché, se così sei conciato, continui imperterrito nel respirare?-

E allora quel vecchio, che aveva paura, si disse che forse egli aveva ragione.
Posò la tazzina, si mise il cappello e chinata la testa -Per me è la fine- disse.
E morì, come il piatto pulito col pane.

-Nessuna fine mio caro Rodolfo-. Rise di gusto il bel librone.
-Soltanto un'altra destinazione-.